12* Spezzare le Catene non Basta (7’32”)

Spezzare le Catene non Basta

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La terapia ti aiuta ad aprirti, ma non ha in sè un messaggio trascendente.
Ti porta fuori dalla prigione, ma poi ti abbandona.
Non ti aiuta a fare amicizia con il cielo e con le stelle, con la luna e con il sole.
Ti aiuta a spezzare le catene, ma non ti da la libertà, che è qualcosa di totalmente diverso.
Spezzare le catene è assolutamente necessario, un passo indispensabile, ma non è di per sè sufficiente.
Puoi anche riuscire a spezzare le catene, ma se non sei riuscito a contattare la libertà, prima o poi creerai nuove catene.
E la prossima volta creerai catene che sono molto migliori di quelle che avevi prima, più forti, meno visibili e appariscenti.
Non si tratta solo di spezzare le catene, perché alle catene ci siamo ormai abituati, il punto è che abbiamo perso il gusto della libertà.
In realtà non le consideriamo neanche più catene, pensiamo che siano degli ornamenti, delle decorazioni. Le consideriamo qualcosa di estetico e senza di esse ci sentiamo nudi.

É accaduto molte volte, ad esempio durante la rivoluzione francese.
I rivoluzionari fecero uscire dalla prigione tutti i prigionieri, ma li attendeva una grande sorpresa.
Prima di sera metà dei prigionieri erano già tornati dicendo: “Noi non vogliamo andarcene”.
I rivoluzionari obiettarono: “Quello che dite non ha senso, cosa state dicendo? Non provate gratitudine per questa liberazione?” – “Gratitudine? Siamo molto arrabbiati invece”.

Qualcuno che ha vissuto in carcere per trenta, quarant’anni… addirittura qualcuno era rimasto rinchiuso per 50 anni perché la Bastiglia era la più grande prigione di Francia, ed era riservata principalmente ai prigionieri condannati a vita.
Costoro dissero: “Non possiamo vivere fuori, è impossibile! Non riusciamo a sopportare il rumore e tutte queste persone indaffarate tutt’attorno. Dove sono le nostre catene, senza di loro non riusciamo a dormire”.
Qualcuno aveva dormito per 50 anni con delle pesanti catene alle mani e ai piedi, in una cella buia – per 50 anni!
Ci si era abituato, quelle catene non erano più qualcosa di distinto da lui, erano diventate parte della sua immagine corporea. Non erano più una cosa separata, qualcosa contro di lui, erano diventate parte del suo corpo. Il peso, il rumore che queste catene facevano, erano parte della sua vita … ecco come era arrivato a percepire se stesso.
E adesso all’improvviso tu lo tiri fuori!
Il buio della cella e la sicurezza non ci sono più perché tu l’hai sbattuto fuori nel mondo.

Ora, un uomo di 70 anni che è stato imprigionato quando ne aveva venti… non conosce più nessuno all’esterno.
Tutti gli amici sono scomparsi, la sua famiglia non c’è più, si ritrova a essere un assoluto straniero. Adesso deve di nuovo preoccuparsi come guadagnare, come mettere assieme dei pasti e dove trascorrere la notte. Per 50 anni non aveva più avuto tutte queste preoccupazioni, la sua routine era fissa: ogni giorno gli veniva dato qualcosa da mangiare e un posto dove dormire. Ogni cosa procedeva con una ripetizione costante, e in qualche modo lui si era sistemato. Adesso lo sconvolgi, e pensi che ti sarà grato?

Per quei rivoluzionari si trattò di una grande rivelazione. Nessuno avrebbe mai pensato che i prigionieri sarebbero ritornati per riavere le loro catene e le loro celle invece che scegliere di andarsene per il mondo.
La stessa cosa succede anche nella vita.

La terapia va bene, è una delle cose più importanti che sono state sviluppate in occidente, ma è ancora negativa.
É solo l’inizio e non ha in sè una parte spirituale.
É un passo rivoluzionario, ma i prigionieri ritorneranno, poiché in quella identità di prigionieri hanno investito così tanto. Se non comincerai ad amare davvero il cielo aperto e il mondo, sei destinato prima o poi a ricadere nei vecchi schemi.

Quindi metti l’enfasi meno sulla rottura del negativo e più sulla crescita del positivo. Il Negativo deve essere frantumato, ma senza che ci sia una fretta eccessiva.
Lascia che cresca il positivo e che il negativo si sgretoli, ma il positivo deve sempre avere la precedenza: in questo modo non ricadrai indietro.
Non c’è fretta di liberarti di tutte le pietruzze colorate in via di dissoluzione che tieni in mano.
Io so che sono pietruzze ma tu pensi che siano diamanti, quindi il fatto che lo sappia io non è rilevante. Tu pensi che siano diamanti e quindi per te sono diamanti e io non ho alcuna fretta di portarteli via.
Al contrario, vorrei proprio darti qualche vero diamante così che divenga chiaro alla tua coscienza qual è la differenza tra un diamante e un sasso ordinario.
Quindi non è necessario che io ti dica “Butta via quei sassi!” e che tu li butti via.
In realtà, anche se io ti dicessi “Non buttarli via!” tu rideresti di me e penseresti che la cosa è ridicola.
Prima, cominciamo quindi con lo scoprire i veri diamanti e poi via via ti alleggerirai di tutti gli inutili sassi.
Prima deve penetrare il positivo.
Fai in modo che ci sia almeno una finestra attraverso la quale puoi entrare in contatto con il cielo.
Prima deve essere instaurato questo contatto, e poi puoi uscire dalla prigione.

Lascia che il sole penetri dalla finestra, anche per un solo momento. Lascia che dalla finestra arrivi la fragranza dei fiori e che essa ti circondi, lascia che prima accada il positivo e poi il negativo non sarà un grande ostacolo.
Altrimenti il negativo diventa un problema troppo grande. Serve molta energia per distruggerlo, e una volta che l’hai distrutto sei di nuovo pronto a lasciarti prendere in un altro modo. Magari scegli un’altra prigione, una migliore, più moderna, contemporanea, ma pur sempre una prigione.

Quindi fai le meditazioni.
Meditare sarà la prima finestra che ti metterà a disposizione qualcosa dell’aldilà.

 

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