39* Portare Novità nel Lavoro (5’35”)

Portare Novità nel Lavoro

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Come posso portare la mia esperienza vissuta con te e con la meditazione nel mio lavoro di produttrice cinematografica?

Puoi portare novità nel tuo lavoro solo essendo nuova tu stessa, perché il lavoro è solo la tua espressione esteriore. Ed è sempre meno di te, non può mai essere di più: quello che sei si riflette nel tuo lavoro, e non puoi imbrogliare.

Se imbrogli, significa che hai un essere ingannevole e quello si rifletterà nel tuo lavoro.

Quando ti dico di portare una nuova dimensione nel tuo lavoro, intendo dire: porta una nuova dimensione nel tuo essere.

Se prima non arriva al tuo essere non potrà mai riflettersi nel lavoro che stai facendo.

Molte persone cercano di apportare qualche cosa di nuovo in quello che fanno, ma l’intero processo diventa una grande frustrazione se cerchi di limitarti al tuo lavoro.

Un uomo può scrivere delle poesie e cercare di portare qualcosa di nuovo nei suoi versi, ma quasi sempre quel che succede è che continua a ripetersi.

Magari c’è una parola nuova, forse c’è un piccolo cambiamento di forma qui e là, forse qualche piccola modifica, ma niente di originale.

Quando dico originale, non intendo dire che devi fare qualcosa che nessun altro ha mai fatto prima, intendo invece qualcosa che ti sorprenda. Solo quando l’hai completato ti accorgi che è accaduto qualcosa di nuovo. Ti rendi conto che attraverso di te è nato qualcosa di nuovo.

Quando accade qualcosa di nuovo nel tuo essere, automaticamente, con naturalezza questo si riversa nel tuo lavoro.

Puoi dire delle cose che non hai mai detto prima, magari canti qualcosa che semplicemente non sei tu. Questo nuovo elemento che è penetrato nel tuo essere, si rifletterà all’esterno, e ciascun uomo ha nel suo essere milioni di dimensioni e aspetti diversi.

L’uomo non è limitato ma invece è quasi sempre focalizzato.

In una direzione o in un’altra, diventa così efficiente che riesce a scorrere solo in quei binari e ha paura ad uscirne perché le altre direzioni sono nuove.

Magari con il nuovo non sarà così abile ed efficiente, e questa è la paura che distrugge la creatività.

Una persona creativa deve superare la paura di fare degli errori, di essere deriso, di quel che dirà l’opinione pubblica.

Uno che vuole essere creativo deve essere abbastanza coraggioso di fare follie, perché osare in qualunque forma, all’inizio sembra folle e qualunque cosa nuova tu faccia all’inizio verrà sempre derisa. Col passare del tempo arriveranno i riconoscimenti, ma a quel punto quella dimensione sarà già diventata noiosa.

Quando sarà arrivato il momento in cui la gente comincia ad applaudire, la persona creativa non è più interessata, perché le persone applaudono solo quando vedono qualcosa che riconoscono. Significa quindi che è già vecchio, che è solo una ripetizione.

A quel punto deve riconciare di nuovo, e deve sempre ricominciare dall’inizio, dall’A B C.

É per questo che una persona creativa rimane sempre come un bambino, fresca.

Una persona creativa è eternamente amatoriale, e dico eternamente. Nel momento in cui comincia a sentire di essere diventato un esperto, in quel momento scatta un allerta e deve cominciare a cambiare.

Un esperto è uno che è già morto, uno il cui essere ha una modalità fissa.

Ha un carattere, uno schema, ed è prevedibile.

Se sei creativo sei sempre nel flusso, non hai modalità fisse, nessuno schema, non hai un carattere definito.

L’uomo più ricco non ha carattere, fluisce e si muove nelle dimensioni più diverse.

Guarda e cerca in tutte le direzioni, è sempre un bambino con gli occhi pieni di meraviglia, pieno di stupore nel suo rincorrere farfalle e nel suo raccogliere sassolini colorati.

Non ha mai l’impressione di essere arrivato, mai.

La sua intera vita è un arrivare e ripartire, ma non giunge mai al punto in cui può dire che adesso è arrivato. Quelli che dicono  di essere arrivati sono morti, sono solo dei cadaveri che si portano appresso le loro tombe.

Ricordatelo e porta dentro di te qualcosa di nuovo: le Meditazioni ti aiuteranno.

 

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