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Le tue preoccupazioni: la soluzione non è quella che pensi!

Questa affermazione è letteralmente vera, e penso che se continui a leggere tra poco sarai d’accordo con me.

 

Mi hanno raccontato la storia di una signora che stava viaggiando su un autobus di linea.

A ogni fermata l’autista annunciava il nome della fermata stessa e puntualmente la nostra signora con fare agitato e voce preoccupata gli chiedeva di ripetere il nome che aveva detto.

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Avuta la risposta, si acquietava per un attimo: non era la fermata dove doveva scendere.

Ma appena l’autobus ripartiva lei tornava a mostrarsi preoccupata e ad agitarsi sul sedile, creando anche un certo disagio tra gli altri passeggeri.

 

L’autista, che aveva cominciato a tenerla d’occhio nello specchietto retrovisore, alla fermata successiva le si avvicinò e le chiese cosa la preoccupasse tanto rispetto alla sua fermata.

Lei disse che aveva una faccenda urgente da sbrigare e non poteva assolutamente mancare la sua fermata, per questo era ansiosa e preoccupata.

 

L’autista le disse allora:

Signora, non si preoccupi, quando arriviamo alla sua fermata glie lo ricorderò io personalmente, così può stare tranquilla che non la mancherà. Dov’è che deve scendere?

Ah, grazie, lei è davvero molto gentile e spero proprio che se ne ricordi” rispose la signora ancora un po’ tremante e sudata “io devo scendere al capolinea”.

 

Se ne diventi consapevole, puoi accorgerti che nella vita si tratta sempre del capolinea.

E non puoi lasciartelo sfuggire: quindi, perché preoccuparti?

Rilassati invece, goditi il viaggio, e quando sarai arrivato sarai fresco e lucido per fare quello che è necessario fare.

 

Questa è la natura di tutte le preoccupazioni, l’origine della tua ansia: l’illusione/delirio/incubo che sei una entità separata, e vivi in un mondo dov’è necessario che che tu ti affermi: devi provare che ci sei, che hai valore, devi lasciare la tua impronta, realizzare le tue mire personali.

 

E tutto questo crea in te una grande tensione così che la visione si restringe e la tua percezione è sempre più limitata. La consapevolezza si contrae e tu ti chiudi sempre di più.

Così continui a sbattere la testa, a farti male, e il tuo fallimento come ego è inevitabile.

 

Accogli quello che la vita ti porta, impara a dire di si e la tua vita avrà una qualità diversa.

Questa è la chiave, la soluzione definitiva, ma è davvero quello che vuoi?

Vuoi davvero smettere di star male?

Vuoi davvero smettere di star male, di soffrire? Clicca se vuoi sentire l’audio, oppure continua la lettura. Rabindranath Tagore, grande poeta indiano Premio Nobel per la letteratura cento anni fa, nel 1913, racconta una bella storia. Eccola: Ho cercato Dio da sempre. In questa vita e in migliaia di vite passate non ho fatto altroContinue Reading

Sono un foro del flauto attraverso il quale passa il respiro del Divino. Ascolta questa musica.

  La poesia è di Hafiz, poeta persiano, nato agli inizi del 1300 a Shiraz, in Persia.